Si chiama argento, è lucente, prezioso ed accompagna la storia dell’uomo da più di cinquemila anni.
E’, insieme all’oro, uno dei metalli nobili più ricercati e desiderati: secondo per valore e rarità solo al suo più ambito fratello aureo, l’argento ancora oggi è protagonista della nostra economia e elemento centrale anche nelle più diffuse tradizioni locali. Non manca di abbellire le case più eleganti sotto forma di suppellettile elegante e di indubbio gusto ed è particolarmente apprezzato anche sul mercato dell’usato.
Il nome stesso, argento, richiama le sue caratteristiche principali: deriva dal latino argentum ed indica un metallo dall’aspetto bianco e lucente, ma per conoscere la sua storia bisogna andare molto indietro nel tempo.
La scoperta delle caratteristiche e dei pregi dell’argento si deve al popolo sumero, che lo utilizzò non solo a scopo di produzione di oggetti, lavorandolo facilmente grazie alla sua innata malleabilità, ma che gli riconobbe immediatamente il ruolo di “materiale sociale”.
Quello che appariva a prima vista come un metallo grigio e privo di forma e grazie, divenne ben presto il centro dell’economia di popoli antichi.
La fortuna dell’argento si deve in gran parte alla facilità d’estrazione: diversamente da quanto avviene per l’oro infatti, esso appare in natura già legato ad altri metalli, in particolare al piombo, con cui condivide alcune caratteristiche estetiche e fu molto probabilmente durante il processo di fusione e recupero del meno nobile compagno, che l’argento apparve per la prima volta. Una sorta di scarto, dalle mille potenzialità.
La casualità della sua scoperta non rallentò la diffusione dell’argento, che vanta ormai una storia millenaria.
Nel corso dei secoli è stato utilizzato come materiale da conio (uso questo al quale stanno nuovamente ricorrendo diversi stati, ad esempio la Cina), per la forgiatura di bellissimi monili e oggetti d’uso comune, così come per la creazione di arredi sacri, atti ad abbellire le dimore funerarie.
Con il passare del tempo e l’affermarsi del suo valore, l’argento è apparso nelle case nobiliari, assumendo per molto tempo il ruolo oggi riconosciuto dalla società moderna all’oro: una riserva di valore, un simbolo di ricchezza e pregio.
Le caratteristiche organolettiche dell’argento spiegano agevolmente la sua fortuna: come accade per gli altri metalli nobili, anche l’argento manifesta la capacità elevata di legarsi ad altre sostanze, primi fra tutti altri metalli, dando origine a leghe che ne aumentano notevolmente resistenza e possibilità di lavorazione.
A dire il vero, diversamente da quanto accade per l’oro, il metallo bianco è in grado di resistere alla manipolazione anche allo stato puro tanto che, sebbene non siano frequenti, specie sul mercato italiano, si possono trovare in commercio dei manufatti riportanti una titolatura pari a 999 millesimi e corrispondente all’argento puro (al netto, ovviamente, di un minimo di impurità comunque sempre presenti).
Nella maggior parte dei casi, si ricorre però proprio alle leghe, per cui l’argento che tutti possediamo e che comunemente troviamo nei negozi, si caratterizza per una caratura inferiore, in genere pari a 880 o 800 millesimi.
La fortuna dell’argento sui mercati non conosce tregua, tanto che le maggiori potenze economiche puntano ancora oggi a mantenere il proprio controllo sui principali giacimenti.
Sebbene l’Italia possa vantare una buona tradizione orafa, e sia tra i paesi più rinomati per la lavorazione dell’argento, non sono presenti sul nostro territorio delle miniere tali da giustificare lo sforzo estrattivo.
A dire il vero tutto il continente europeo, almeno a partire dal 1600, non è più luogo deputato all’estrazione di metallo allo stato nativo e l’attenzione si è via via concentrata sui territori del sud America.
Attualmente i maggiori produttori sono localizzati in Canada, Messico e Cina, dove esistono ancora giacimenti attivi e molto proliferi.
Nonostante la decisa concentrazione della produzione, il valore dell’argento, e quindi il suo prezzo, viene stabilito su mercati internazionali, che quotano giornalmente il metallo allo stato puro.
Il prezzo di riferimento, così come determinato, viene poi utilizzato quale punto d’ancoraggio anche per la valutazione delle titolature inferiori e diventa fondamentale non solo per le rivendite tradizionali di gioielli, ma anche per coloro che intendono vendere o acquistare argento usato.
Per calmierare il mercato, ormai dalla fine del 1800 la London Buillon Market Association, ha assunto il compito di stabilire il cosiddetto prezzo fixing dei principali metalli preziosi, al fine di mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta.
Il fixing dell’argento viene stabilito e comunicato una volta al giorno, alle 12.00 PM (GMT).